lunedì 6 aprile 2015

II- Prince

Caricature. Figurine di cartone che si muovono su uno sfondo addobbato proprio per farle sembrare più grandi, teatrino delle ombre cinesi in versione gigante. Che divertimento stupido che è questo. Qualcuno tra quelli che sono in questa sala prova davvero piacere nel farlo? Trova conforto, soddisfazione e gioia in qualcosa che non sia l'onnipresente liquido rosso? Possiamo davvero permetterci di guardare oltre, di pianificare mosse e piani a lungo-molto lungo- termine con l'idea di sentirci poi realizzati alla fine del percorso?
E dire che ho proposto io questo stupido gioco. Curioso, un gioco che annoia ancora prima di iniziare. Mi viene la nausea guardando la platea che ho di fronte a me; non riesco a sopportarlo, così, tutti insieme. Non sembriamo più noi: siamo diventati altro. Un altro che non dobbiamo cercare, o comprendere, ma solo scacciare. Contro il puro e semplice istinto di sopravvivenza.
"Buonasera, signori e signore. Direi che il nostro gruppo è alquanto vario e fornito di elementi vari, a prima vista. Spero vi diverta giocare ai detective, perché questa notte io rimetto la mia vita immortale alle vostre capacità. Come mai? Sfrontato senso del pericolo, noia per la non-vita.. Scegliete la versione che preferite. Il risultato non cambia"
La cosa più divertente non è guardare quelli che scherzano e ridacchiano, taccuini e penne e schede pronte. No, quello che mi piace davvero, quello che mi ha spinto ad indire questa gara, è che io so già tutto. Tutto. So chi mi ha tradito, chi vorrebbe farlo e tace, e chi domani mattina rivedrà la luce del Sole. Con effetti non del tutto positivi, temo. E' divertente-oh, così dannatamente divertente!- vedere i sorrisi nascosti dietro la maschera bianca della cortesia, della farsa. Vedere attraverso i pori della pelle cosa c'è nella loro testa.
Ed essere certo che loro non sanno.
"Ieri notte mi sono svegliato, e ho trovato questa lettera, nei miei appartamenti. Mi si avvisa che la data di stanotte è stata scelta da alcuni Fratelli per ordine un colpo di stato contro la mia persona in quanto rappresentante del potere.. Politico cittadino. Seguiva un elenco di nomi, e come vedete bene i nomi si sono trasformati nel pronunciarli in carne e sangue, in persone qui presenti. E' tra di loro, gentili giocatori, che voi troverete i cospiratori. E allora, vostra libera scelta denunciarli.. O tramare assieme a loro. La vostra vita cambierà a seconda delle vostre scelte, non dimenticatelo.
Stanotte potrebbe essere l'ultima, per voi. O la prima di una nuova vita. Dimostratemi cosa sapete fare. Impressionatemi."
Fatemi divertire, piccole marionette guidate da teatranti scarsi e caricaturali. Fatemi passare una notte piacevole.

I- Game

Mi rendo conto di essere turbato. Quello che non riesco a spiegarmi è il perchè dovrei esserlo. Stiamo per dare il via ad un gioco, nulla più. Tutti abbiamo qualcosa che preferiremmo restasse segreto, e tutti possiamo fornire indizi compromettenti verso questa o quest'altra.. Persona. E' così buffo, chiamarli così. Mi sembra di riscoprire una sensibilità che ormai ho perduto da tempo.
Guardali, come sono carini. Indifesi. Per qualche attimo forse torno a comprendere qual'è l'emozione che spinge le donne a comprare cuccioli delle varie razze animali: sono teneri. Hanno le guance rosa e la pelle calda, e sono quasi tutti giovani, forse al massimo sulla trentina. Io ero molto più grande di loro. Io sono più grande di loro. Una figura in ogni sedia, disposti in cinque su quattro file, per il totale di una ventina. Così tanti hanno attirato la nostra attenzione? Due o tre non sopravvivranno a questa notte, e mi par di lasciare un fin troppo ampio margine di riuscita. Un conto è selezionare, un'altro promuovere.
Non mi manca il sole. Mi manca il colore accecante della sabbia durante le mattinate calde dell'Egitto; mi manca poter osservare gli scavi, parlare coi ricercatori, entrare nelle tombe. Sono stanco? Sono vecchio? Mi sento solo? Non ho risposta a questi vagheggiamenti dell'anima se non questa strana sensazione che non riesco a scacciare da sotto la pelle.
Un gioco, fatto per intrattenere almeno per qualche ora le nostre esistenze; la solita lotta di intrighi e sotterfugi adornata di una veste più sottile. Mi piace l'idea del Principe di radunare tutti i candidati, qui, stasera, e di allentare così tanto le maglie delle nostre Tradizioni tanto da rischiare di romperle; desidero allo stesso tempo che il suo piano fallisca e che proceda secondo i piani. Dev'essere stimolante vederlo in difficoltà, in crisi, schiacciato dall'ammasso di sporcizia che è questo mondo. Ma so che non succederà. Peccato.
Mi piace guardarli, pensare al piacere, e ritardarlo, e confinare l'idea del sangue in una qualche parte di me protetta dalla Bestia, o direttamente dentro di essa. Che si nutra del sogno, per ora. Non sono l'unico ad aver scelto vene al limite consentito dalle nostre leggi: ci sono volti imberbi e pelli grasse nel gruppo. Ed eccola, la mia piccola. Quella che io voglio. Che desidero. Una bambolina dall'aria spaurita. Mia. Per l'eternità. Spero.

"Svegliati, il Gioco sta per iniziare"

Prologue

"Prego, siediti cara. Qui" 
Mi porge una sedia di plastica bianca, nel mezzo a loro due. La scosta, e aspetta che io mi sieda per togliere la mano. Mi da' alquanto fastidio essere seduta in mezzo a due uomini più grandi di me: mi sento quasi.. Prigioniera. Ma no, che cosa stupida da pensare.
" Il mio collaboratore pare aver apprezzato le vostre doti di investigazione. Certo, non solo quelle: il rispetto per gli ordini dati viene tenuto di conto da noi"
Sento caldo alla faccia. Sicuramente ho le guance rosse: fottuto senso di inadeguatezza. Mi stanno guardando, uno a destra e uno a sinistra, ma siamo seduti in fila, non riesco a guardarli entrambi allo stesso momento; eppure, sento lo sguardo dell'uno quando mi giro verso l'altro. Inadeguatezza di cosa? Per la mia età, per il mio essere vestita normale contro i loro completi scuri, per l'essere entrata in un posto dove sono entrata solo un apio di volte prima di oggi. Però sono comunque qui.
" E poi, non vedo l'ora di poter assistere in diretta al rituale. Ne ho sentito parlare dal mio buono Scriba, ma solo vagamente. E' geloso, come gli altri suoi Fratelli, dei suoi segreti. Dunque, è vero quello che si dice? Che estraete il cuore mentre si sta fermando per nasconderlo in uno di vostri vasi?"
L'uomo che sto guardando ora ha carisma, non lo si può negare: tiene le mani incrociate davanti a se', ed è seduto comodamente, a pieno agio in quella situazione. C'è qualcosa di attraente di lui che però non deriva dall'aspetto fisico. Non so spiegarmelo bene.        L'uomo a cui è diretta la domanda ha un fascino di tutt'altro tipo, strisciante, insidioso, mentre quegli occhi azzurri nascosti da una montatura sottile si spostano finalmente dalla mia faccia. Nonostante ciò, mi sento...
" In un vaso canopo, Principe. Devo deludervi però: queste non sono altro che dicerie per alimentare i sospetti sul nostro conto. Quanto meno.. Il momento di cui parliamo è molto importante, preferirei evitarne l'esposizione alla pubblica piazza"
Inizia a girarmi la testa, d'improvviso. Voglio alzarmi, ma non ci riesco, lo sguardo di questi due uomini è più pesante di qualsiasi cosa mi sia mai potuta capitare addosso.
Non. Ci. Riesco. E' come se mi toccassero, con quegli occhi. C'è cupidigia nei loro occhi, e la cosa mi fa ribrezzo, come me ne hanno sempre fatto gli apprezzamenti rivolti da uomini più grandi. Ma. Ma. Ma. Mi attirano. C'è qualcosa in entrambi che mi attira, che mi chiama, che mi spingerebbe ad essere più disinibita, più aperta. Allo stesso tempo, però, qualcosa non va. Mi sudano le palme delle mani, e non riesco ad asciugarle per bene contro i pantaloni
"Sono qui riuniti solo i Membri che fanno parte dell'anima del Principato, questa non è la pubblica piazza. Inoltre, è stato sancito che questo Elysium non verrà lasciato fino all'esecuzione prevista per stanotte. Una nascita e una morte, trovo sia appropriato che avvengano una di fianco all'altra"
Ormai è buio, da quello che posso vedere dalle finestre, anzi, dalla parete fatta di finestre, fuori. Sono stati tolti tutti quei drappi scuri che c'erano prima. Forse, il gioco è già finito, ma questi due non lo sanno. Non vedo più nemmeno gli altri ragazzi: saranno andati via? Hanno risolto tutto l'enigma di intrighi senza svelarlo a chi è rimasto indietro? Perchè questo è un gioco, vero? Vero?
"Mi piegherò ai vostri voleri, allora. Vieni, Figlia". 
Vero che è un gioco? Vero? Il senso di disagio cresce. No, qualcosa non mi torna. Questi due hanno qualcosa di sgradevole, qualcosa che cozza con le sensazioni che mi fanno provare: le proporzioni del corpo? Del viso? No, non capisco. Mi mettono a disagio ma mi attirano, sono veramente belli ma allo stesso tempo c'è qualcosa di terrorizzante. Alla bocca. C'è qualcosa nella fisionomia della bocca che mi fa strano. Alla bocca. I denti.
Vero che è un gioco? Vero?
Vero?

* * * * * *
Uno si immagina la morte per come la si vede rappresentata nei film. Per come la si descrive nei libri. Per come la si interpreta nei quadri. Chi dice di essere stato dall'altra parte racconta spesso di un tunnel di luce, la sensazione di benessere, e il vuoto. Stronzate.
La morte è ben più terribile. La senti a partire dalla pancia, che sta arrivando. TI prende, ti spreme, apre e chiude a piacere ogni tuo sfintere, togliendoti perfino la dignità, se le gira.
Inizia dolcemente: ti senti la testa leggera, che fluttua. Poi ti partono le gambe, e inizi a non reggerti più con le tue sole forze, provi ad aggrapparti con le mani, ma le dita non hanno più forza. Invano annaspi cercando nel nulla.
Poi senti il respiro che diventa costretto, affannoso, reduce da una lunga corsa dalla quale non riesci a riprenderti, con la milza che urla assieme a tutti gli altri muscoli. Il peso che si scarica sul plesso solare ti impedisce di smuovere i polmoni anche solo di quel poco che ti basterebbe per stare meglio, per riprenderti, per continuare.
La parte più divertente, però, è quella finale, che coinvolge gli occhi: è una sensazione simile a quella dello svenimento. Residui di immagini viste poco prima, inframezzate da cerchi di luce rosa e verde, puntolini, sprazzi che si avvicinano e nuotano sulla superficie bagnata della cornea.
E non c'è quel dannatissimo tunnel di luce, non c'è! C'è il buio che ti inizia a chiudere lo sguardo anche se hai le palpebre alzate, c'è il freddo che ti invade addosso, c'è il sonno, l'abbandono, la sconfitta.
La morte normale è nera. Finisce così, in nero. Ma la mia non è stata una morte normale. La mia è stata dominata dal colore rosso anticato di un sangue quasi coagulato, vecchio,  senza vita. Sì, la mia morte è stata rossa. Un oceano rosso nei miei occhi. Non il buio, ma il diminuire ed il perdersi della luce. Non la morte, ma una parodia di essa.
Non il nero della terra, ma il rosso del sangue, è stato il colore del mio battesimo. Assieme ad una frase, strisciante, tra il collo e l'orecchio.
"Benvenuta in questo Mondo di Tenebra"